Di Margherita Borrelli (15 anni)
Londra, Parlamento
Ho partecipato a ben tre vacanze studio in Inghilterra, organizzate dalla mia scuola media in collaborazione con un’agenzia specializzata in questo tipo di viaggi. Ho sempre alloggiato in college che risultavano sempre molto bene informati su come comportarsi con studenti celiaci e non solo. Il personale della mensa si è sempre mostrato scrupoloso e attento. A pranzo e a cena, talvolta, i pasti mi venivano portati direttamente dalla cucina, altre volte attingevo da una parte del buffet. Essendo la dieta inglese e, più in generale, quella nordica, povera di carboidrati, quindi di prodotti derivati dalle farine, rimpiazzati molto spesso da patate o riso, ho avuto quasi sempre una scelta abbastanza varia. Quando il menù del pasto prevedeva anche un dessert, mi veniva portato un dolcetto confezionato privo di glutine e di altri allergeni, che suscitava spesso occhiate invidiose da parte dei ragazzi non celiaci .
Per quanto riguarda la colazione, il funzionamento nei tre college è stato diverso in ciascuno di essi . In quello in cui sono andata il primo anno, un incaricato della mensa mi faceva scegliere il tipo di cereali che preferivo e portavo la relativa scatola sul mio tavolo. Alcuni giorni ho potuto gustare persino del pane! Ho spesso accompagnato la colazione con yogurt alla frutta riportanti la dicitura “gluten free”. Nella scuola dove ho alloggiato il secondo anno, invece, non vi era alcun tipo di cibo dolce senza glutine, potevo mangiare solo cibi salati. La prima mattina mi sono dovuta accontentare di una frittata e di formaggio a fette con dei crackers portati da casa. Però, essendo io abituata alla colazione dolce tipica di noi italiani, desideravo addentare dolciumi il mattino. Ho approfittato quindi della gita pomeridiana per fare compere. Ho acquistato biscotti e un dolce da colazione senza glutine nel supermercato “Marks and Spencer’s”. Dei prodotti comprati nei supermercati scriverò anche in seguito. Infine, nella struttura nella quale ho abitato per due settimane il terzo anno, mi erano servite ogni giorno una ciotola di cereali al cioccolato e due fette di pane tostato, che potevo accompagnare con delle confetture in, poiché in Regno Unito tutte le confetture e le marmellate sono idonee per i celiaci e non necessitano dunque di alcuna dicitura o logo.
Dopo aver descritto i pasti in college, tratterò di quelli durante le escursioni in famose città inglesi, organizzate dai college stessi .
Londra, particolare del fiume del St. James’s Park
A volte era fornito a ciascuno di noi un packed lunch. Il mio, naturalmente, era diverso da quelli degli altri e sul sacchetto era scritto “gluten free”. Molto più spesso, tuttavia, veniva fornito ad ognuno un voucher di 5 sterline, spendibile in determinati locali. Siccome non potevo recarmi da sola in luoghi dove potevo trovare piatti senza glutine, ho dovuto seguire un gruppetto di mie compagne di viaggio, che optava sempre per il McDonald’s o per il Burger King, dove non potevo acquistare nulla che fosse adatto a me. Molti italiani si lamentano del panino confezionato del McDonald’s ma, a mio parere, anche se ne esiste un solo tipo che non è il massimo della squisitezza, dovrebbero accontentarsi, perché in altri paesi come il Regno Unito i celiaci non trovano niente, quindi ho dovuto arrangiarmi mangiando prodotti confezionati portati da casa. Lo stesso gruppetto di ragazze si recava sempre allo Starbucks Coffee, dove l’unico prodotto senza glutine era un panino, difficilmente reperibile, e non era comunque un milkshake come quello che prendevano le mie compagne, che ho sempre seguito pazientemente. Ma una volta una professoressa accompagnatrice aveva deciso di provare lo slow food “Prêt à Manger” insieme diversi ragazzi che lo desideravano. Io mi sono accordata a lei perché avevo sentito dire che lì potevo trovare prodotti adatti a me. Infatti, in questo locale, bisogna comunicare la propria intolleranza o allergia al membro del personale , che ti indica che cosa puoi mangiare. La scelta per i celiaci, sia per il salato sia per il dolce, è stata sempre abbastanza varia.
Brighton, Royal Pavilion
Le volte successive, però, tutti hanno prediletto i fast food, quindi ho potuto recarmi in un “Prêt à Manger” solo con una professoressa o con la mia carissima e pazientissima sorella. All’aeroporto di Londra, per l’ultimo fatto, invece sono andata da sola alla Boots Pharmacy, dove si trovano dei piatti pronti senza glutine.
Ho raccontato queste storie sui locali non solo per informare su dove si possono trovare alimenti senza glutine e dove no in Regno Unito, ma anche per far capire che le persone a te veramente affezionate si contano sulle dita di una mano e, per una persona celiaca, questo è molto evidente.
Oxford, veduta esterna della Oxford University
Ho scritto in precedenza che ho avuto la necessità di recarmi in un supermercato, non solo per comprare alimenti per una colazione dolce, ma anche per rifornirmi quando le mie scorte di alimenti senza glutine erano agli sgoccioli. Solo una volta ho fatto acquisti da “Marks and Spencer’s”, che ha una linea di prodotti senza glutine tutta sua . Le altre volte ho fatto la spesa nel negozio “Sainsbury’s”. Nel piccolo reparto di merce senza glutine si potevano trovare alimenti confezionati Schär e della marca dedicata del supermercato denominata, per l’appunto, Sainsbury’s. I cibi di entrambe le marche riportano la scritta “gluten free”.
Per concludere, generalmente mi sono trovata molto bene nel Regno Unito, un paese dove la conoscenza e il trattamento della celiachia sono buoni. Consiglio l’esperienza della vacanza studio a tutti gli adolescenti celiaci che stanno leggendo, i quali impareranno non sono l’inglese e l’autonomizzazione generale, ma anche come gestire la propria malattia in un paese estero e diverso dall’Italia.
Testo e fotografie di Margherita Borrelli